Assoprovider ha lanciato questo CS ponendo la questione sulle risorse finanziarie impiegate dalla PA per garantire l’accesso gratuito alla rete a tutti i cittadini.
Naturalmente Assoprovider svolge la propria parte e difende gli interessi dei propri associati e non può quindi che essere contraria a qualsiasi iniziativa volta a diminuire il valore del mercato delle connessioni.
Ho sempre considerato l’accesso ad Internet un diritto dei cittadini al pari del diritto al lavoro, del diritto alla salute o del diritto all’istruzione (solo per citare i primi che mi vengono in mente…)
Di più, la comunicazione moderna è cambiata e sistemi quali email e istant messaging sono nulla di più che corrispondenza.
Internet è comunicazione e ogni forma di comunicazione deve essere libera, segreta e inviolabile. (Art.15 Costituzione)
Lo scorso 3 Luglio ho partecipato come ospite all’inaugurazione del progetto cittadinanza digitale di Venezia (WiFi gratuito per i veneziani).
Il Vicesindaco Vianello, alla domanda postagli da più giornalisti circa la copertura finanziaria del progetto, ha dato una risposta che mi è piaciuta molto:
Internet non è un lusso, è un nuovo grande diritto.
Chi avrebbe messo in discussione in passato la costruzione di un asilo o di una scuola elementare e chiesto come una amministrazione pubblica potesse rientrare da un investimento di questo tipo?
Bene, oggi la rete ha lo stesso valore.
Vianello ha detto molto di più facendo capire i veri obiettivi di Venezia che non si limitano a garantire il semplice accesso alla rete….
Assoprovider fa bene a sollevare la questione specialmente richiamando l’attenzione sulla possibilità che queste operazioni non diventino “l’ennesima occasione di arricchimento dei soliti noti” .
Sbaglia però quando, provocatoriamente, chiede all’utente finale se “sanno quanto PAGANO indirettamente ed a CHI?”.
E’ perdente ed è facilemente dimostrabile. Alcuni studi di progetto ci dicono che è stimabile in circa 34,00 euro il costo pro-capite per la realizzazione di una rete wifi cittadina. Lo stesso comune di Venezia conferma questo dato:10 Milioni investiti, 270.000 residenti.
Il cittadino ‘digitale’ pagherebbe (indirettamente) meno di 2 mesi di connessione ad un operatore privato.
– Inoltre, nel caso di Venezia, il comune è proprietario dei 10.ooo Km di fibra ottica stesa con i vantaggi che questo comporta.-
Sbaglia anche quando afferma che questi investimenti in infrastrutture “oltretutto avvantaggiano solo alcuni cittadini, quelli dotati dei mezzi per utilizzare Internet solo dove presente la copertura WiFi e indipendentemente dalla loro capacità economica”.
Il cittadino per accedere ai servizi ‘a pagamento’ è necessario sia dotato dei mezzi per utilizzare internet ed è necessario che disponga anche di una certa capacità economica annua.
A mio parere il cittadino non dovrebbe pagare nulla (ne direttamente ne indirettamente) per accedere, semmai dovrebbero essere proprio gli operatori (magari attraverso un superpartes come Assoprovider) a farsi promotori di queste iniziative collaborando con la PA al fine di creare infrastrutture “intermedie” (wholesale) utilizzabili da qualsiasi operatore alle medesime condizioni economiche e dando in cambio alla PA servizi ad alto valore aggiunto e ai cittadini l’accesso gratuito.
Assoprovider dovrebbe preoccuparsi di capire come sviluppare nuovi modelli di business che trovano nell’erogazione dei contenuti (e non nell’accesso agli stessi) il profitto d’impresa.
In relazione ai costi:
Il problema è che in questi costi non c’è il costo della banda, questa è solo l’infrastruttura! Stiamo indagando per avere un quadro completo 🙂
E’ vero così come è vero che l’investimento dell’infrastruttura è una tantum e i costi di mantenimento e di ordinaria manutenzione saranno decisamente inferiori.
34 Euro pro-capite sono i costi d’avvio, successivamente saranno pari a 0.
Informiamoci sul costo della banda (quanta in totale? quanta destinata al wifi gratuito? quanto spenderebbe cmq l’amministrazione per essere cablata etc) così avremo un costo certo e completo per singolo cittadino. Magari potremo fare anche delle valutazioni spalmando l’investimento iniziale in 5 o 10 anni 😉
si esatto, a valutazione completa ci riaggiorniamo e tracciamo un quadro completo