
Ma come funzioneranno queste norme e che effetto avranno sui consumatori? Andrea Spedale, presidente di Aicel (l’Associazione Italiana Commercio Elettronico, nata nel 2007 che ha oltre 1250 aziende associate) spiega che non si tratta di una nuova tassa ma dell’abolizione dell’esenzione del pagamento dei dazi sui beni di valore limitato. «Trent’anni fa fu ritenuto “anti-economico” incassarli e fu introdotto il livello minimo, poi aumentato sino agli attuali 150 euro. Il problema però è che nel frattempo è nato l’e-commerce. Oggi in Europa arrivano dodici milioni di pacchi al giorno dichiarati al di sotto di quella cifra». Attualmente i controlli sono esigui sia sull’effettivo valore sia sulla conformità della merce. La mossa dell’Ecofin si inserisce in un percorso di equità fiscale iniziato nel 2021 quando venne abolita l’esenzione dall’Iva sempre per questo genere di pacchi. Di fatto ogni prodotto che entrerà in Europa sarà sottoposto ai dazi alla dogana in base alla tipologia, (abbigliamento, giocattoli, ecc) indicata dal codice Taric. «Si parla di dazi dallo 0 o 2% all’8 o 10%. A conti fatti potrebbero entrare nelle casse della Ue circa 40 miliardi di euro se stimiamo che ogni pacco abbia un valore medio di 100 euro». Certo ci saranno degli aumenti sul prezzo di vendita, le associazioni di consumatori sono già sul piede di guerra, ma dovranno essere chiari: spetterà alla piattaforma precisare a quanto ammontano le spese di spedizione, l’Iva e gli eventuali dazi. Previsto anche un sistema di controlli a campione e di multe elevate che funzionerà da deterrente per chi non rispetta le regole. «È probabiIe che si arrivi ad un riallineamento del mercato con i consumatori che si rivolgeranno a venditori Ue. Del resto oggi siamo di fronte ad una concorrenza sleale».
