Nov 03 2008

Google Profile Search: hai già caricato il tuo profilo?

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Grande G ha attivato la ricerca profili.
Tu crei il tuo profilo inserendo nome, cognome, interessi e una breve biografia, e Google la renderà disponibile a quanti la cercheranno.

Sembra anche che in futuro con il profilo Google sarà possibile aggregare tutte le attività di un utente all’interno  di una pagina.

 

 

Ho creato il mio profilo e già che c’ero ho creato anche un profilo dell’utente Carrelli.it.

Stiamo a vedere che succede……. 😉

 

Da: Motoricerca

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Ott 12 2008

Brunetta: ma cosa dici? così è il suicidio dell’Italia

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Massimo Mantellini ha appena pubblicato un post sul Ministro Brunetta e La Fuga del (suo?!?) Cervello.
Riporta un ariticolo dove il Ministro (più amato dagli italiani) sostiene che i 2636 ricercatori in esubero  

non sarano a spasso, si cercheranno qualcos’altro da fare. Altri progetti, altre esperienze, magari in giro per il mondo. Siamo chiari, la ricerca e’ questa. I ricercatori sono un po’ capitani di ventura, stabilizzarli e’ un farli morire

Ma che dice il Ministro? Semmai è vero il contrario. I ricercatori non sono capitani di ventura, non sono imprenditori in cerca di profitti. Sono persone che hanno deciso di dedicare la loro vita allo studio e alla sperimentazione sapendo che la maggior parte delle volte non rimarrà loro neanche la gloria.

Per poter usare al meglio le loro capacità e mettere il ‘cervello’ a disposizione delle comunità hanno bisogno di una certa tranquillità economica, di continuità e di stabilità. 

Ci sono settori dove la ricerca è abbondamente finanziata dai privati, ma altri dove senza l’intervento statale non ci sarebbe ricerca.

Una azienda che non investe in ricerca e sviluppo è destinata a morire. Uno Stato che non investe nella ricerca e che permette la fuga dei cervelli che fine farà?

E pensare che Brunetta mi era simpatico…….

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Set 19 2008

per favore non chiamateli ‘Negozi’

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Secondo una loro ricerca, sarebbero 20.000 gli Italiani con un negozio on-line aperto su eBay.

E’ un dato interessantissimo sotto molti aspetti:

– significherebbe che eBay ha circa il 400% di negozi in più rispetto all’intera Italia ( dati ufficiali Camera Commercio Milano negozi on-line nel nel 2007) ;
– significherebbe che in eBay potrebbero esserci circa 17.000 potenziali evasori fiscali;
– significherebbe che il fatturato medio per negozio sarebbe di circa 250.000 Euro;
– significherebbe che tolti i TOP 20 che fatturano circa il 70% del mercato i rimanenti 19.980 store on-line si accontenterebbero di un fatturato  di poco superiore ai 75.000 Euro ( da notare che la stessa eBay è considerata -a torto- fra i 20 Top e-commerce!!);
– significherebbe che….

Insomma.. significherebbe tante, troppe cose, ma in realtà ne significa una e una solamente: NON SONO NEGOZI ON-LINE
Intendiamoci, non è che la notizia sia meno rilevante: sono 20.000 Italiani che hanno deciso di mettere all’asta dei prodotti.. sono un gran bel numero, sono tantissimi, ma ‘tecnicamente’ non sono negozi.
E’ un po’ come dire che sotto casa nostra hanno aperto un’edicola solo perché il bambino del vicino ha esposto i suoi Topolino sulla panchina.  

Ora qualsiasi iniziativa pro-ecommerce, qualsiasi notizia che parli ‘ben’ del nostro lavoro, non può che trovare il mio plauso personale.  Rimango invece più scettico quando queste iniziative riportano dati non corretti pur di dare visibilità ad una ottima campagna di marketing. (tanto di cappello ad eBay)  

Caro consumatore, quando fai un acquisto su eBay e magari lo fai da un venditore non professionale ( e tanti feedback non significa professionale) non dire che hai fatto e-shopping ma sopratutto non dire che lo hai comprato da un negozio on-line…. lo hai comprato da un privato  attraverso eBay.
Farai più bella figura tu (sei geek, alla moda, compri su eBay, fai affari, hai risparmiato etc etc) e faremo più bella figura noi che invece ci limitiamo ‘solo’ ad offrire servizi, garanzie, certezze, etc etc e che spesso non possiamo farti risparmiare. 

Caro giornalista, caro blogger,  a te che dire? Vivi solo se gli altri ti leggono.. non posso certo chiederti di non fare quello che fai.  
Posso solo pregarti, nel prossimo articolo che scriverai sul nostro mondo, di ricordarti anche dei veri merchant, quelli che combattono ogni giorno contro una cattiva informazione e contro i falsi demoni che aleggiano intorno al commercio elettronico. Quelli che la fiducia dei consumatori se la devono conquistare. Quelli che pensano al cliente perchè solo con lui trovano la loro ragione di esistenza.

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Set 02 2008

Valore del prezzo nell’e-commerce

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Ho trovato un mio intervento datato Luglio 2006 in Mlist. Una discussione sul ‘futuro’ dell’e-commerce aveva messo in evidenza un ‘falso mito’ dell’e-commerce: il prezzo (basso) è la variabile determinante per il successo di un e-commerce.

Due anni dopo, con qualche migliaio di post tematici e di vendite on-line di esperienza, posso con tranquillità ribadire lo stesso concetto:  le motivazioni che portano i consumatori a preferire il mercato on-line rispetto a quello tradizionale sono tante e diverse. La ‘convenienza’ non è da ricercarsi solo in termini di prezzo.

e-commerce non sempre significa necessariamente ‘basso prezzo’.
L’enunciato <<contenimento dei costi da parte delle aziende – quindi il ribasso per chi compra >> non trova una dimostrazione unica.

————————- 

Valore del prezzo nell’e-commerce

Vuoi per il mio ruolo di merchant, vuoi per l’associazione AICEL che da qualche anno porto avanti, sto leggendo con molto interesse lo scambio di opinioni all’interno della discussione ‘e-commerce dove vai?’ (http://mlist.belowtheweb.it/ar chivi/3d/env/msgid-44597.html# 4380 3) (http://www.mlist.it/discussioni/e-commerce-dove-vai?tree_view=childscomments )

Ci sono moltissimi spunti di riflessione e argomenti che meriterebbero discussioni separate ma almeno su uno vorrei soffermarmi un attimo: il prezzo come variabile determinante.

La variabile prezzo non può e non deve essere considerata la discriminante per il successo di un’impresa on-line.

Una attività on-line è equiparabile in tutto e per tutto ad una attività tradizionale.

Non è vero che per fare e-commerce basta un ufficio (o il PC di casa), non serve un magazzino, non serve personale, non si pagano insegna e le spese in comunicazione sono molto più basse.

Sono falsi miti che sarebbe opportuno iniziare a demolire anziché alimentare magari con la speranza per alcuni di vedere aumentare il portfolio clienti!

Una attività on-line è soggetta alle stesse norme base di una attività tradizionale alle quali si sommano quelle specifiche per la vendita a distanza e la tutela dei consumatori. (comunicazioni, diritto recesso, privacy solo per citare le più conosciute)

Il prezzo è determinate solo per i mercati maturi, con beni alla fine del loro ciclo di vita o divenuti commodities. Questi mercati sono caratterizzati da pochi player dominanti e da tanti piccoli “reseller” che spesso si approvvigionano dagli stessi big-player (basti pensare ad Esprinet che fornisce buona parte dei venditori di informatica e contestualmente gestisce una attività rivolta al mercato consumer).

I big marginano sui grandi volumi, tutti gli altri sopravvivono con margini ridicoli grazie ai servizi che i big gli riservano (per aprire un negozio di Notebook basta un PC, un fornitore di prodotto e di flussi da integrare nel carrello on-line e che gestisca le spedizioni dalla piattaforma logistica centrale –un gioco da ragazzi-).

In questi mercati valgono davvero le affermazioni fatte sulla riduzione delle spese vive e dei costi di gestione e realmente si può parlare di attività virtuali, ma non dimentichiamoci che costituiscono l’eccezione o sono solo una parte del mercato e non valgono come regola per tutto l’e-commerce.

Le motivazioni e le dinamiche che portano un cliente a preferire un acquisto on-line anziché dal “bottegaio” sotto casa sono tante e tali da non poter essere trascurate o offuscate dalla sola variabile prezzo.

Lo scorso Novembre come associazione merchant abbiamo lanciato il progetto nazionale “7motivi” – sette motivi per scegliere l’e-commerce www.7motivi.it – proprio perchè come operatori dell’ecommerce riteniamo doveroso avviare un dialogo aperto con l’utenza e far focalizzare l’attenzione sui vantaggi che il commercio elettronico italiano può offrire.

Infine, una riflessione: se la variabile prezzo è davvero la determinante del successo di impresa, allora l’e-commerce è destinato ineluttabilmente a diventare affare dei soli produttori.


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Lug 26 2008

vendita iphone tiene duro

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Incredibile! la pagina dedicata alla vendita iphone mantiene ancora la posizione sui motori di ricerca.

Peccato che nessuno si sia fatto avanti per comprare uno spazio pubblicitario. *LOL*

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Lug 17 2008

wikipedia è credibile ed affidabile? dipende dal marketing!

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Qualche giorno fa ho scritto sulla credibilità dei blog. Stamattina leggo un interessante post che mette in dubbio l’affidabilità di Wikipedia .
In Wikipedia gli utenti collaborano democraticamente per la creazione di contenuti portando la loro esperienza, onestà, preparazione e istruzione.  Chiunque può partecipare al progetto e chiunque può modificare un contenuto. E’ solo richiesto di rispettare le linee guida e la wikiquette.
Secondo Paul Murphy (uno pseudonimo)  l’allargamento dell’utenza porta inevitabilmente al degrado della qualità delle informazioni.

Ad esempio porta poi il caso “riscaldamento globale e Al Goore“dove negli ultimi giorni si sono verificati problemi sulle voci. Alcunisotto-gruppi della  comunità Wiki si sarebbero ‘appropriati’ di alcune tematiche specifiche e starebbero ora utilizzando Wikipedia come strumento di marketing per i loro punti di vista.
Le informazioni non sarebbero quindi obiettive.

Mi capita di utilizzare Wikipedia per ricerche veloci ma fino ad oggi non avevo mai prestato particolare attenzione a questo aspetto.

L’argomento è in discussione da tempo (basta fare una ricerca su google) ma sembra confermare che quando c’è troppa gente che parla non si sentono più le parole ma solo caos.

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Lug 04 2008

Pangora Blog

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Ho appena concluso una piacevole telefonata/intervista con Andrea e Riccardo rispettivamente Country manager e Sales Director e business development di Pangora Italia

Abbiamo parlato di
– commercio elettronico e vendite estive: gli e-commerce lavorano 365/7/24 (sempre!) e non dovrebbero andare in vacanza;
– della rigidità dei consumatori ad acquistare sempre la stessa categoria di prodotti e generalmente dagli stessi siti e dei passi da compiere per infondere fiducia nel consumatore e portarlo al primo acquisto: directory aicel, l’unica con oltre 300 negozi che hanno superato i controlli AICEL e del progetto Compra Sicuro;
– abbiamo fatto un bilancio di questi primo semestre e un paragone con l’andamento dell’economia in generale: l’e-commerce continua a crescere a dispetto di una forte frenata dei consumi;
– della recente condanna inflitta ad eBay e su come questa possa influenzare negativamente l’e-commerce (italiano)

Difficile sintetizzare tutto in poco tempo e difficile rimanere concentrati senza un interlocutore fisico davanti.. avrei voluto dire molto di più e approfondire qualche aspetto (in particolare il concetto di ‘fiducia nell’e-commerce’). Magari in futuro esisteranno altre occasioni

Vediamo come Andrea e Riccardo la presenteranno

Chi è Pangora?
Pangora è una delle aziende leader in Europa nell’ambito dei servizi di ricerca e confronto prodotti (comparatore prezzi). Pangora offre soluzioni complete di shopping per operatori online e gestisce molti tra i più importanti siti di shopping in Europa. Pangora offre agli shop e ai commercianti un’ampia rete di distribuzione per i loro prodotti, affinché essi possano incrementare le loro vendite online e acquisire nuovi clienti.

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Giu 03 2008

e-commerce in Italia

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Ho ricevuto una comunicazione da Davide Casaleggio che riporto volentieri.

La Casaleggio Associati ha reso disponibile il video dell’evento sull’e-commerce in Italia tenutosi a Milano a marzo in cui vengono presentate le linee di tendenza del settore a confronto con l’Europa.

Immagine anteprima YouTube

L’e-commerce in Italia ha un valore stimato di 4,868 miliardi di euro nel 2007, con una crescita del fatturato del 42,2%.
Nel 2007 sono stati eseguiti circa 23 milioni di ordini on line in Italia.

La ricerca è disponibile sul sito: www.casaleggioassociati.it/e-commerce

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Mag 13 2008

[Offro Lavoro] Webmaster

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In azienda stiamo cercando un webmaster che si prenda cura dei nostri siti e-commerce e dei nostri portali. Ci serve una persona dinamica, intraprendente e in grado di gestire in autonomia diversi progetti.

REQUISITI:
Titolo di studio: Diploma o laurea
Esperienza: Almeno 3 anni come webmaster
Conoscenze web: HTML e Macromedia Dreamweaver
Conoscenze software grafica: Macromedia Flash, Adobe Photoshop
Conoscenze linguaggi programmazione: PHP, MySql
Conoscenze tecniche SEO

Ovviamente diamo per scontata l’ottima conoscenza del pacchetto Ms-Office (access incluso)

Il rapporto sarà full-time a progetto della durata di 6 mesi. (Esiste sempre la possibilità di assunzione a tempo indeterminato.)

  1. (obbligatorio)
  2. (obbligatorio)
  3. (obbligatorio)
  4. (obbligatorio)
  5. (obbligatorio)
  6. (obbligatorio)
  7. (una mail valida grazie!)
  8. (obbligatorio)
  9. (obbligatorio)
  10. (obbligatorio)
  11. Captcha
 

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Apr 03 2008

gain sharing

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Interessante il pensiero del guro americano della gestione delle risorse umane David Sirota secondo il quale l’incentivo finanziario più efficace per la popolazione aziendale è la distribuzione di bonus periodici legati alla quantità di prodotto (il gain sharing).
Il motivo è da ricercare nella stimolazione dello spirito di gruppo, fondamentale per la crescita dell’azienda.

Ancora più interessante il pensiero di Sirota sui premi individuali: “Con i premi individuali i dipendenti sono tentati di incoraggiare i colleghi a lavorare meno e a rimetterci sono i risultati aziendali nel complesso”

Sono affermazioni che meritano una riflessione….

( credo che aggiungero alla lista il libro The Enthusiastic Employee )

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