Set 01 2007

UCAS: esiste anche nell’e-commerce!

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Il supermarket: un modello valido anche per l’ecommerce!Francamente non ho mai capito la normale tendenza umana a complicarsi la vita. Sembra quasi che sia impossibile fare qualcosa senza aver prima consultato l’Ufficio Complicazione Affari Semplici.

Da quanto scritto nella relazione sull’acquisto on-line fatta da Maisazi.com sembra certo che il ricorso  all’UCAS nella progettazione e sviluppo di un e-commerce porti solo alla perdita di vendite. 

Va bene la segmentazione, la targetizzazione, la web analysis e tutto ciò che ci può essere d’aiuto a migliorare il lavoro ma quanto mettiamo in atto per migliorare il nostro ‘conversion rate‘ non dovrebbe mai complicare la vita al nostro cliente. Se evitassimo il ricorso all’UCAS nella progettazione e realizzazione degli e-store sono certo che vedremmo  salire vorticosamente non solo le conversion ma sopratutto i volumi! 

Eppure nel mondo reale esiste un modello facilmente applicabile ai nostri e-store: quello adottato dalla GdO
Un modello che ha dimostrato la sua validità nel tempo nonché l’efficienza e l’efficacia; arrivi al supermercato attraverso pubblicità, prendi il carrello, entri nel negozio, giri fra gli scaffali, scegli i prodotti, li metti nel carrello, punti una cassa, paghi ed esci.

La GdO studia il messaggio, crea i percorsi all’interno del market, studia l’esposizione e la collocazione del prodotto, evidenzia le offerte….  fa tutto quello che serve per venderti quello che vuole venderti (il sale è sempre nello scaffale in basso e nella corsia meno importante, le promozioni e i prodotti ad alto margine sempre ad altezza occhi e in corsia principale).

Una sola cosa non fa: non ti distrae mai dal processo di acquisto.
Non ti infastidisce mai con richieste del tipo “sei sicuro di volerlo mettere nel carrello?”, oppure “puoi comprare anche questo prodotto” o anche “il signor Rossi ha comprato anche questo” e quando sei alla cassa non si sognano di farti registrare obbligatoriamente alla ‘Carta Fedeltà’ e (finalmente) non chiedono più un documento quando paghi con la carta di credito.

Nell’e-commerce queste regole spesso le dimentichiamo: perché?

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Giu 26 2007

un vero affare…

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… solo se il Sig. Rossi compra con buon senso

acquistare e vedere oggetti contraffati è reatoLa Polizia delle Comunicazioni, Polizia di Stato ed eBay ci hanno ‘insegnato’ come fare acqusiti on-line utilizzando il buon senso.

Controllate un po’ questo vero affare.

Come potrebbe il Sig. Rossi non acqusitare subito DiRT, l’ultimo simulatore di Rally della next generation per XBOX, se offerto a “A SOLI 9,90€!! SI AVETE CAPITO BENE! “.

Il venditore eBay ha il 100% dei FEEDBACK positivi e quindi secondo le regole eBay è altamente affidabile (senso ASCOLTA),  può pagare con PayPal è quindi con uno strumento di pagamento sicuro (senso TOCCA), è un compralo subito ed è sicuro del prezzo…. e poi se lo comprasse da un e-shop serio e affidabile secondo AICEL ma senza alcun feedback su eBay lo pagherebbe quasi 65,00 Euro!!!!

E poi questo venditore è bravo. Gli fornisce tutte le informazioni sul gioco e lo stordisce con l’offerta. Arriva anche a fargli fare una verifica per accertare la compatibilità del gioco con la suya console: “MI RACCOMANDO RICORDATE CHE DOVETE AVERE UNA XBOX360 MODIFICATA”.

Lo compra su eBay!!  Gli hanno insegnato a comprare con buon senso e poi gli hanno fatto credere anche che eBay è il primo e-commerce d’Italia!!!

Mmmmhhh.. ma che ha scritto il venditore?? “MI RACCOMANDO RICORDATE CHE DOVETE AVERE UNA XBOX360 MODIFICATA”…..Ma come??!?? eBay permette di fare una raccomandazione del genere? La xBox la si modifica per fargli leggere i dichi non originali… che vuol dire quindi?

eBay & C., oltre ad insegnarci quali ‘sensi’ usare per fare gli acquisti on-line e ricordaci che “acquistare e vendere oggetti contraffati è reato“, farebbero bene ad impedire preventivamente inserzioni di questo tipo….. altro che comprare con buon senso!

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Giu 07 2007

eBay: collaborazioni di convenienza!

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Da SPOT&Web
Crediamo che la sicurezza online sia un tema fondamentale e per questo e-Bay.it da sempre collabora attivamente con le forze dell’ordine per la sicurezza del commercio elettronico, contro truffe, frodi e contraffazione – afferma Alessandro Coppo, Direttore  Generale eBay Italia – ma è la prima volta che uniamo le nostre esperienze con un’iniziativa così mirata ed un sito internet dedicato. Ci auguriamo che tale campagna possa sensibilizzare gli utenti Internet alle poche regole da seguire per fare ecommerce in totale sicurezza

Dal Convegno Il commercio elettronico e le aste online: profili giuridici e prassi operative (i video sono on-line)
Non è compito di eBay accertare se gli utenti siano degli evasori fiscali. Per questo esistono le autorità preposte. eBay è un Iternet Service Provider e non è responsabile delle attività dei propri inserzionisti

Ma come?
Per la ‘sicurezza secondo eBay’  e l’identificazione delle truffe on-line ‘collaborano attivamente’ mentre per l’identificazione di chi fa ecommerce senza garantire il consumatore, senza dare le garanzie minime imposte dalla legge, evadendo il fisco e danneggiando l’intero comparto ecommerce si nascondono dietro le autorità preposte?!?

Eppure ad ebay basterebbe davvero poco. Anzi.. non dovrebbero nemmeno collaborare con nessuno, potrebbero fare tutto da soli.
Basterebbe bandire dalla piattaforma tutti quei venditori ‘non professionali’ che hanno accumulato un tale numero di feedback impossibili da giustificare a meno di non avere una attività commerciale o una cantina da fare invidia a Buckingham Palace (eddai.. non esistono cantine cosi capienti ma sopratutto nelle cantine ci mettiamo il ciarpame e non le cose nuove sigillate)
Ma perché non lo fanno ? Forse perché ebay, oltre ad essere presente in tutti i consorzi, patrocinare tutte le iniziative, le associazioni (aicel esclusa) vicine all’ecommerce, oltre a dichiararsi ‘primo ecommerce in Italia’  è anche membro del Consorzio Svuotiamo le Cantine d’Italia ?
O forse, più semplicemente, perché a loro poco importa CHI, COME e COSA si vende, l’importante è che a transazione conclusa il venditore versi la  percentuale ad eBay (e se la transazione si è conclusa utilizzando PayPal tanto meglio!)

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Giu 06 2007

compraconbuonsenso.it: buon senso sarebbe stato non pubblicarlo!

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I merchant iniziano a scaldarsi e la ‘colpa’ e l’ennesima campagna pubblicitario fatta da eBay.Il buyon senso che manca ad eBay
In passato avevo già toccato questo argomento ma ero l’unico ad aver lanciato un allarme. Oggi le cose iniziano ad essere diverse anche perché si va oltre ogni ‘buon senso’!

La causa è il  lancio da parte di eBay del portale informativo http://www.compraconbuonsenso.it ovvero come comprare su internet in sicurezza (ovviamente secondo eBay) 

Da Merchant, sono un po’ indignato per almeno 3 motivi:
1) se eBay vuole dettare le  SUE regole di sicurezza, lo faccia ma senza gettare discredito sugli altri;
2) la Polizia di Stato non dovrebbe appoggiare una Azienda privata (per quanto possa essere meritoria una azione del genere);
3) eBay sarà pure il primo ‘Internet Services Provider’ ma proprio perché ‘Internet Services Provider’ (quindi non merchant, non banditore d’asta, non agente, non procacciatore di affari etc etc) non può e non deve definirsi ” il primo sito di commercio elettronico in Italia eBay.it”

eBay, che si professa fornitore dell’infrastruttura, non ha titolo per spiegare al consumatore come acquistare con sicurezza on-line. Forse ha titolo per dire che PAYPAL è uno strumento di pagamento sicuro almeno al pari degli altri wallet ma lo può dire giusto in un’ottica di marketing per imporre i suoi sistemi di pagamento illudendo l’utente che siano sicuri….

eBay vende visibilità, ospita privati e merchant e guadagna su ogni singola transazione. Fra i suoi milioni di utenti esistono migliaia (se non milioni) di utenti  ‘privati’ con cantine enormi, piene zeppe di materiale da mettere all’asta (non si spiegherebbero altrimenti utenti con oltre 5.000 feedback positivi). Poco importa a eBay che questi utenti ‘sicuri’ con centinaia di feedback positivi e che ricevono i pagamenti attraverso il gateway di paypal, siano evasori fiscali, turbino la normale attività del mercato, smercino materiale contraffatto o altro… eBay guadagna comunque sulla transazione.
In occasione del Convegno Il commercio Elettronico e le Aste on-line ho chiesto espressamente ai responsabili eBay quali azioni intendesse compiere eBay per allontanare questi ‘personaggi’ dalla loro piattaforma. La risposta? “Noi siamo un Internet Service Provider, non siamo noi a doverci preoccupare se un utente evade il fisco.. per queste cose esistono le autorità preposte”

Una cosa eBay ‘dimentica’ sempre di ricordare nelle sue comunicazioni: il CODICE DEL CONSUMO
Vuoi comprare on-line? Accertati che il tuo venditore sia una azienda, che sia iscritta alla camera di commercio, che abbia una regolare P.IVA e che pubblichi le informazioni minime richieste dalla legge…
Compri dalla nonnine che ‘ha più clienti di te” o dal tizio losco che ‘è più affidabile di te’ che tutto sono tranne che aziende? Il codice del consumo non ti tutela!!!!

Altro aspetto MOLTO importante: quanto è eticamente corretto da parte di un’istituzione dello stato, patrocinare un’iniziativa di un’azienda privata, che esplicitamente definisce la propria piattaforma e i propri sistemi di pagamento come i più sicuri?!?

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Mar 22 2007

ha più clienti di me?

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Ha più clienti di me…Non saprei dire quanti clienti possa avere la simpatica nonnina testimonial della nuova campagna aggressiva di eBay.

Quello che i merchant sanno per certo è che, grazie alla piattaforma e-commerce eBay, molte ‘nonnine’ non pagano le tasse ricorrendo all’escamotage della vendita all’asta effettuata ‘da privato’ anziché da azienda.

Su eBay esistono ‘privati’ che svolgono una regolare attività di compra-vendita (leggi commercio, per la quale è necessario almeno essere titolari di P.IVA) senza sottostare alle regole per la vendita on-line ma soprattutto evadendo totalmente il fisco.  -a meno che non abbiano cantine enormi, trovo difficile che un privato possa avere 5.000 feedback positivi per vendite effettuate-

Come Presidente dell’Associazione E-Commerce non posso che auspicare che il nostro legislatore provveda quanto prima a mettere chiarezza nel comparto creando regole che rispettino e tutelino chi questo lavoro lo fa con serietà e grande passione ma soprattutto che dia strumenti concreti alle autorità preposte alla vigilanza e sorveglianza.

Ai grandi copywriter (davvero bravi ) di eBay suggerisco due slogan:
– LEI GUADAGNA + DI TE
– LEI EVADE + DI TE

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Mar 04 2007

UCAS colpisce ancora

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Ebbene si.. l’UCAS colpisce ancora!

UCAS, acronimo di Ufficio Complicazioni Affari Semplici, miete vittime in continuazione.
Dopo aver colpito il sottoscritto almeno due volte, aver creato problemi a cellulari.it, o essere arrivati a rifiutare una firma scannerizzata in un fax ricevuto (??!!!)) questa volta è toccato a blogmac.it.

Ovviamente sto parlando del nostro caro NIC (www.nic.it) il NIC.. ops l'UCAS Italianoche è uno specialista nel complicare la vita a quanti vogliano registrare un dominio.
Mentre per registrare un qualsiasi dominio internazionale (.com .net .org .info .biz e pure .cx ) basta compilare un modulo on-line e pagare il relativo fee. Noi in Italia abbiamo istituito il Registro del ccTLD.it che immediatamente si è trasformato nelll’UCAS. Compito principale (se non unico dell’UCAS) è quello di ‘complicare le cose’. Ecco allora che nascono lettere (LAR) diverse per azioni diverse, una miriade di regole e regolamenti (in questi giorni il NIC migra verso il regolamento 5.0 ), commissioni, uffici preposti…
Il massimo comunque lo si tocca quando per qualsiasi azione tu voglia compiere su un dominio, l’UCAS richiede un fax……abbiamo l’UCAS e per giunta è preistorico!

P.S.
chi ha voglia di spiegargli che un fax altro non è che una scansione?

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Feb 16 2007

tu o Lei?

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Sto seguendo con molto interesse (e divertimento) uno scambio di opinioni sull’uso del tu o del Lei nelle comunicazioni on-line e in particolare nello scambio di e-mail.

Il tutto nasce da un ‘rimprovero’ ricevuto a seguito dell’ennesimo automatismo nella generazione di mail dei nostri sistemi (carrelli o forum che siano).
| Oggetto: Conferma registrazione
| Testo: Ma perché date del tu a persone che non avete mai né visto né

| sentito prima? Cordiali saluti
| Firmato con nome e cognome, senza carica. Il dominio dell’indirizzo email è
| quello di una importante case editrice italiana.

Interessante leggere pareri diversi che fanno ben capire come il mondo web non abbia regole certe e sia privo del concetto di ‘forma’.

Nell’ambito lavorativo (almeno nel mio) il “lei” è la consuetudine e, salvo rari casi, lo stesso registro viene mantenuto anche in tutte le comunicazioni via e-mail. 

A me è sempre stato insegnato il rispetto delle persone e quindi tendo a dare del Lei a tutte quelle che non conosco e con le quali  ho solo rapporti formali. 
Quando, negli scambi epistolari, voglio riconoscere un maggiore rispetto al mio interlocutore, ricorro all’uso del Lei (con la L maiuscola.. per alcuni assolutamente demodè).

Personalmente, sia nell’off-line che nell’on-line, trovo fastidiosi gli approcci informali in genere. Assolutamente da evitare in tutti quei casi di rapporti di lavoro e in tutte quelle circostanze dove esiste un rapporto formale o occasionale.
Il ricorso alla terza persona non significa necessariamente voler mantenere le distanze, ma semplicemente dimostrare rispetto.

A meno di non essere in ambiti ludici e/o amatoriali, dove comunque l’uso del tu è la consuetudine, non sarebbe errato ripristinare la buona e vecchia regola del ‘lei’ anche nelle mail e nel web in generale.

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