Lug 10 2007

credito peer-to-peer: nuova opportunità per l’e-business

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Su Economy 4 Luglio 2007 c’è un articolo di Zornitza Kratchmarova che ho trovato molto interessante: “Negli USA il debito è sul web”.
Credito al consumo: e i soldi se ne vannoNell’articolo, dopo aver fatto una rapida panoramica sulla situazione (non rosea) dei nostri cugini americani e sul loro rapporto con il ricorso al credito, si legge che “L’ ultima frontiera del credito al consumo a stelle e strisce è il credito peer to peer che utilizzando un modello di file sharing online sull’esempio dell’ex Napster, consente di ottenere denaro da privati. E senza nemmeno ricorrere ad alcun tipo di intermediazione finanziaria.
Il pioniere in questo campo è stato il portale internet Prosper che, sotto la finestra <>, riporta alcuni esempi con la somma richiesta e il tasso d’interesse applicato. Con un click si possono avere i particolari anche sul grado di affidabilità del richiedente e la parte di reddito mensile che dovrebbe servire a ripagare il debito. Lo slogan è: ‘Un metodo facile, veloce e sicuro’. E sono in molti a crederci visto che al momento della chiusura di questo articolo le persone registrate sul sito erano 310 mila per un totale di 68 milioni di dollari prestati” – oggi sono 330 mila con 73 milioni-

Visto che Agli Italiani piace ‘cabrio’ -parliamo dell’assegno-, dato peraltro confermato dal recente Rapporto di Bankitalia, e che sempre più spesso fanno acquisti finanziati, a rate o con altre forme di indebitamento, sono sicuro che a breve ne sentiremo parlare anche da noi.
Le aziende specializzate nel credito al consumo non mancano e ogni giorno nasce una nuova realtà. Per ora hanno aggredito i mercati classici utilizzando i media di massa ma fra poco la bagarre si scatenerà anche on-line.
On-line esiste spazio anche per iniziative come quella di Prosper che preoccupandosi di far incontrare la domanda con l’offerta possono realizzare utili senza particolari rischi.

In Italia la per ora è sbarcata New College Capital Ltd, società di asset management londinese, che assieme a Nova Partners, una boutique di corporate finance di Milano, hanno già attivato Zopa e sono in attesa delle autorizzazioni da parte di Bankitalia

A ben guardare in Italia però una piattaforma in grado di far incontrare domanda e offerta esiste già, una società con alta liquidità, con un banca appartenente al gruppo e (forse) già autorizzata da bankitalia: Si chiama eBay…. e se eBay si lanciasse nel business?
In fondo un italiano finanziato da eBay compra con buon senso! 😉

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Giu 26 2007

un vero affare…

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… solo se il Sig. Rossi compra con buon senso

acquistare e vedere oggetti contraffati è reatoLa Polizia delle Comunicazioni, Polizia di Stato ed eBay ci hanno ‘insegnato’ come fare acqusiti on-line utilizzando il buon senso.

Controllate un po’ questo vero affare.

Come potrebbe il Sig. Rossi non acqusitare subito DiRT, l’ultimo simulatore di Rally della next generation per XBOX, se offerto a “A SOLI 9,90€!! SI AVETE CAPITO BENE! “.

Il venditore eBay ha il 100% dei FEEDBACK positivi e quindi secondo le regole eBay è altamente affidabile (senso ASCOLTA),  può pagare con PayPal è quindi con uno strumento di pagamento sicuro (senso TOCCA), è un compralo subito ed è sicuro del prezzo…. e poi se lo comprasse da un e-shop serio e affidabile secondo AICEL ma senza alcun feedback su eBay lo pagherebbe quasi 65,00 Euro!!!!

E poi questo venditore è bravo. Gli fornisce tutte le informazioni sul gioco e lo stordisce con l’offerta. Arriva anche a fargli fare una verifica per accertare la compatibilità del gioco con la suya console: “MI RACCOMANDO RICORDATE CHE DOVETE AVERE UNA XBOX360 MODIFICATA”.

Lo compra su eBay!!  Gli hanno insegnato a comprare con buon senso e poi gli hanno fatto credere anche che eBay è il primo e-commerce d’Italia!!!

Mmmmhhh.. ma che ha scritto il venditore?? “MI RACCOMANDO RICORDATE CHE DOVETE AVERE UNA XBOX360 MODIFICATA”…..Ma come??!?? eBay permette di fare una raccomandazione del genere? La xBox la si modifica per fargli leggere i dichi non originali… che vuol dire quindi?

eBay & C., oltre ad insegnarci quali ‘sensi’ usare per fare gli acquisti on-line e ricordaci che “acquistare e vendere oggetti contraffati è reato“, farebbero bene ad impedire preventivamente inserzioni di questo tipo….. altro che comprare con buon senso!

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Giu 07 2007

eBay: collaborazioni di convenienza!

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Da SPOT&Web
Crediamo che la sicurezza online sia un tema fondamentale e per questo e-Bay.it da sempre collabora attivamente con le forze dell’ordine per la sicurezza del commercio elettronico, contro truffe, frodi e contraffazione – afferma Alessandro Coppo, Direttore  Generale eBay Italia – ma è la prima volta che uniamo le nostre esperienze con un’iniziativa così mirata ed un sito internet dedicato. Ci auguriamo che tale campagna possa sensibilizzare gli utenti Internet alle poche regole da seguire per fare ecommerce in totale sicurezza

Dal Convegno Il commercio elettronico e le aste online: profili giuridici e prassi operative (i video sono on-line)
Non è compito di eBay accertare se gli utenti siano degli evasori fiscali. Per questo esistono le autorità preposte. eBay è un Iternet Service Provider e non è responsabile delle attività dei propri inserzionisti

Ma come?
Per la ‘sicurezza secondo eBay’  e l’identificazione delle truffe on-line ‘collaborano attivamente’ mentre per l’identificazione di chi fa ecommerce senza garantire il consumatore, senza dare le garanzie minime imposte dalla legge, evadendo il fisco e danneggiando l’intero comparto ecommerce si nascondono dietro le autorità preposte?!?

Eppure ad ebay basterebbe davvero poco. Anzi.. non dovrebbero nemmeno collaborare con nessuno, potrebbero fare tutto da soli.
Basterebbe bandire dalla piattaforma tutti quei venditori ‘non professionali’ che hanno accumulato un tale numero di feedback impossibili da giustificare a meno di non avere una attività commerciale o una cantina da fare invidia a Buckingham Palace (eddai.. non esistono cantine cosi capienti ma sopratutto nelle cantine ci mettiamo il ciarpame e non le cose nuove sigillate)
Ma perché non lo fanno ? Forse perché ebay, oltre ad essere presente in tutti i consorzi, patrocinare tutte le iniziative, le associazioni (aicel esclusa) vicine all’ecommerce, oltre a dichiararsi ‘primo ecommerce in Italia’  è anche membro del Consorzio Svuotiamo le Cantine d’Italia ?
O forse, più semplicemente, perché a loro poco importa CHI, COME e COSA si vende, l’importante è che a transazione conclusa il venditore versi la  percentuale ad eBay (e se la transazione si è conclusa utilizzando PayPal tanto meglio!)

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Giu 06 2007

compraconbuonsenso.it: buon senso sarebbe stato non pubblicarlo!

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I merchant iniziano a scaldarsi e la ‘colpa’ e l’ennesima campagna pubblicitario fatta da eBay.Il buyon senso che manca ad eBay
In passato avevo già toccato questo argomento ma ero l’unico ad aver lanciato un allarme. Oggi le cose iniziano ad essere diverse anche perché si va oltre ogni ‘buon senso’!

La causa è il  lancio da parte di eBay del portale informativo http://www.compraconbuonsenso.it ovvero come comprare su internet in sicurezza (ovviamente secondo eBay) 

Da Merchant, sono un po’ indignato per almeno 3 motivi:
1) se eBay vuole dettare le  SUE regole di sicurezza, lo faccia ma senza gettare discredito sugli altri;
2) la Polizia di Stato non dovrebbe appoggiare una Azienda privata (per quanto possa essere meritoria una azione del genere);
3) eBay sarà pure il primo ‘Internet Services Provider’ ma proprio perché ‘Internet Services Provider’ (quindi non merchant, non banditore d’asta, non agente, non procacciatore di affari etc etc) non può e non deve definirsi ” il primo sito di commercio elettronico in Italia eBay.it”

eBay, che si professa fornitore dell’infrastruttura, non ha titolo per spiegare al consumatore come acquistare con sicurezza on-line. Forse ha titolo per dire che PAYPAL è uno strumento di pagamento sicuro almeno al pari degli altri wallet ma lo può dire giusto in un’ottica di marketing per imporre i suoi sistemi di pagamento illudendo l’utente che siano sicuri….

eBay vende visibilità, ospita privati e merchant e guadagna su ogni singola transazione. Fra i suoi milioni di utenti esistono migliaia (se non milioni) di utenti  ‘privati’ con cantine enormi, piene zeppe di materiale da mettere all’asta (non si spiegherebbero altrimenti utenti con oltre 5.000 feedback positivi). Poco importa a eBay che questi utenti ‘sicuri’ con centinaia di feedback positivi e che ricevono i pagamenti attraverso il gateway di paypal, siano evasori fiscali, turbino la normale attività del mercato, smercino materiale contraffatto o altro… eBay guadagna comunque sulla transazione.
In occasione del Convegno Il commercio Elettronico e le Aste on-line ho chiesto espressamente ai responsabili eBay quali azioni intendesse compiere eBay per allontanare questi ‘personaggi’ dalla loro piattaforma. La risposta? “Noi siamo un Internet Service Provider, non siamo noi a doverci preoccupare se un utente evade il fisco.. per queste cose esistono le autorità preposte”

Una cosa eBay ‘dimentica’ sempre di ricordare nelle sue comunicazioni: il CODICE DEL CONSUMO
Vuoi comprare on-line? Accertati che il tuo venditore sia una azienda, che sia iscritta alla camera di commercio, che abbia una regolare P.IVA e che pubblichi le informazioni minime richieste dalla legge…
Compri dalla nonnine che ‘ha più clienti di te” o dal tizio losco che ‘è più affidabile di te’ che tutto sono tranne che aziende? Il codice del consumo non ti tutela!!!!

Altro aspetto MOLTO importante: quanto è eticamente corretto da parte di un’istituzione dello stato, patrocinare un’iniziativa di un’azienda privata, che esplicitamente definisce la propria piattaforma e i propri sistemi di pagamento come i più sicuri?!?

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Mag 10 2007

IL COMMERCIO ELETTRONICO E LE ASTE ON LINE

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Domani andrò a all’Università degli Studi Milano Bicocca per parlare di e-commerce durante la giornata di formazione e studio ‘Il commercio elettronico e le aste online: profili giuridici e prassi operative‘.

Sarà una giornata interessante  perché il convegno sarà un’occasione di incontro tra gli operatori del settore e i giuristi per analizzare sulla base di esperienze concrete l’effettivo quadro normativo di riferimento in materia.

Il programma della giornata (di seguito riportato) prevede interventi autorevoli e sono sicuro che contribuirà a fare chiarezza nel ‘caos normativo’  oltre a fornire spunti per azioni future dall’associazione

———————————————-

IL COMMERCIO ELETTRONICO E LE ASTE ON LINE: PROFILI GIURIDICI E PRASSI OPERATIVE

Università degli Studi Milano – Bicocca 11 maggio 2007

PROGRAMMA

Ore 9.00 – 9,30
Introduzione e saluti

(Prof. Giovanni Chiodi, Preside della Facoltà di Giurisprudenza – Università Milano – Bicocca)

Ore 9.30 – 10.15
Il mercato e-commerce in Italia

(Avv. Fabrizio Bianchi – Responsabile del Progetto Fiducia – Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici
e Dott. Andrea Spedale – Presidente dell’Associazione Italiana del Commercio Elettronico )

Ore 10.15 – 11.00
Case history: la storia di eBay Italia

(Avv. Marco Pancini – Responsabile Ufficio Legale Ebay Italia)

Ore 11.00 – 11.30: Coffee break

Ore 11.30 – 12.15
Il quadro normativo del commercio elettronico e delle aste on-line

(Prof. Paolo Casella – Università Milano – Bicocca)

Ore 12.15 – 13.00
La tutela del consumatore nel commercio elettronico

(Avv. Marco Pierani – Responsabile Relazioni esterne Altroconsumo)

Ore 13.00 – 14.30: Pausa

Ore 14.30 – 15.15
Privacy e anonimato in Rete

(Avv. Andrea Maggipinto – Direttore Osservatorio CSIG di Milano)

Ore 15.15 – 16.00
Profili fiscali delle aste on line

(Dott. Paolo Stizza – Studio Uckmar e Avv. Mario Ippolito – Studio Carnelutti)

Ore 16.00 – 16.45
Profili penali del commercio eletttronico

(Prof. Claudia Pecorella e Dott. Riccardo De Ponti – Università Milano – Bicocca)

Ore 16.45 – 17.00
Conclusioni e dibattito a cura del Prof. Andrea Rossetti e dell’Avv. Fabrizio Bianchi

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Mar 22 2007

ha più clienti di me?

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Ha più clienti di me…Non saprei dire quanti clienti possa avere la simpatica nonnina testimonial della nuova campagna aggressiva di eBay.

Quello che i merchant sanno per certo è che, grazie alla piattaforma e-commerce eBay, molte ‘nonnine’ non pagano le tasse ricorrendo all’escamotage della vendita all’asta effettuata ‘da privato’ anziché da azienda.

Su eBay esistono ‘privati’ che svolgono una regolare attività di compra-vendita (leggi commercio, per la quale è necessario almeno essere titolari di P.IVA) senza sottostare alle regole per la vendita on-line ma soprattutto evadendo totalmente il fisco.  -a meno che non abbiano cantine enormi, trovo difficile che un privato possa avere 5.000 feedback positivi per vendite effettuate-

Come Presidente dell’Associazione E-Commerce non posso che auspicare che il nostro legislatore provveda quanto prima a mettere chiarezza nel comparto creando regole che rispettino e tutelino chi questo lavoro lo fa con serietà e grande passione ma soprattutto che dia strumenti concreti alle autorità preposte alla vigilanza e sorveglianza.

Ai grandi copywriter (davvero bravi ) di eBay suggerisco due slogan:
– LEI GUADAGNA + DI TE
– LEI EVADE + DI TE

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Mar 02 2007

carelli o carrelli ?

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Ovviamente conosco molto bene la risposta.
Come non potrei visto che i carrelli manuali li vendo per mestiere e che una delle società che li vende on-line si chiama Carrelli.it S.r.l. ?!?

E allora perché questa domanda?Carrello Trasformabile in vendita su www.carrelli.it
Perché analizzando le statistiche di accesso al sito e quelle di AdWords, con grande sorpresa scopro che ho un buon numero di accessi con questa keywords e che nel 2006 AdWords ha conteggiato più di 1500 impression.

Se cerchiamo “carelli” con Google abbiamo ben 652.000 risultati.
Si va dai siti che vendono lenti a contatto, a quelli di libri, nei libri c’è pure Emilo Carelli giornalista che presenta un suo libro, un ristorante e perfino una notizia relativa ad un omicidio di un certo Carelli.
Ovviamente troviamo anche gli errori di battitura (?) dei concorrenti e quelli della carrelli.it…
Sugli errori di battitura invece si basano gli annunci AdWords nella sidebar di destra. Tutte inserzioni di aziende che i carelli li vendono davvero (c’è anche eBay) e che giocano sul classico errore di battitura.

I miei siti di vendita on-line di carrelli non sono ben posizionati sui principali motori per la parola ‘carelli‘. Per migliorare il posizionamento anche per questa pseudo keyword, seguirò il consiglio del mio guro-smanetton-seo-serp-comparator Alessio e staremo a vedere cosa succede 😉

@Stefano: tu che non smanetti e che con la Inari Tech lo fai di mestire, che ne pensi? 

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