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credito peer-to-peer: nuova opportunità per l’e-business

Su Economy 4 Luglio 2007 c’è un articolo di Zornitza Kratchmarova che ho trovato molto interessante: “Negli USA il debito è sul web”.
Credito al consumo: e i soldi se ne vannoNell’articolo, dopo aver fatto una rapida panoramica sulla situazione (non rosea) dei nostri cugini americani e sul loro rapporto con il ricorso al credito, si legge che “L’ ultima frontiera del credito al consumo a stelle e strisce è il credito peer to peer che utilizzando un modello di file sharing online sull’esempio dell’ex Napster, consente di ottenere denaro da privati. E senza nemmeno ricorrere ad alcun tipo di intermediazione finanziaria.
Il pioniere in questo campo è stato il portale internet Prosper [1] che, sotto la finestra <>, riporta alcuni esempi con la somma richiesta e il tasso d’interesse applicato. Con un click si possono avere i particolari anche sul grado di affidabilità del richiedente e la parte di reddito mensile che dovrebbe servire a ripagare il debito. Lo slogan è: ‘Un metodo facile, veloce e sicuro’. E sono in molti a crederci visto che al momento della chiusura di questo articolo le persone registrate sul sito erano 310 mila per un totale di 68 milioni di dollari prestati” – oggi sono 330 mila con 73 milioni-

Visto che Agli Italiani piace ‘cabrio’ [2] -parliamo dell’assegno-, dato peraltro confermato dal recente Rapporto di Bankitalia [3], e che sempre più spesso fanno acquisti finanziati, a rate o con altre forme di indebitamento, sono sicuro che a breve ne sentiremo parlare anche da noi.
Le aziende specializzate nel credito al consumo [4] non mancano e ogni giorno nasce una nuova realtà. Per ora hanno aggredito i mercati classici utilizzando i media di massa ma fra poco la bagarre si scatenerà anche on-line.
On-line esiste spazio anche per iniziative come quella di Prosper che preoccupandosi di far incontrare la domanda con l’offerta possono realizzare utili senza particolari rischi.

In Italia la per ora è sbarcata New College Capital Ltd, società di asset management londinese, che assieme a Nova Partners, una boutique di corporate finance di Milano, hanno già attivato Zopa [5] e sono in attesa delle autorizzazioni da parte di Bankitalia

A ben guardare in Italia però una piattaforma in grado di far incontrare domanda e offerta esiste già, una società con alta liquidità, con un banca appartenente al gruppo e (forse) già autorizzata da bankitalia: Si chiama eBay…. e se eBay si lanciasse nel business?
In fondo un italiano finanziato da eBay compra con buon senso [6]! 😉

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